Cenni di Metodologie Operative in Massoneria
L’Operatività in Massoneria è un argomento che divide. Chi non la pratica (e non l’ha mai praticata) afferma con convinzione che non esiste l’operatività. Per molti massoni “anglosassoni”, l’argomento altro non sarebbe che un vaneggiare degli iscritti alla “massoneria di frangia”, la Massoneria “minoritaria”, non collegata alla United Grand Lodge of England e quindi secondo taluni “irregolare”.
Per altri Massoni invece, essendo l’Operatività massonica tante volte associata solo ad Antichi Rituali, la si ritiene, cito testualmente, un “elemento di folklore” in quanto non più presente nei Rituali in uso (e fin troppo semplificati); anzi taluni associano solo ed esclusivamente la Massoneria Operativa agli Antichi Costruttori di Cattedrali.
Ci sono poi quei pochi Massoni che ne affermano l’esistenza, ma molte volte l’associano solo alla Ritualità di Consacrazione dello Spazio Sacro, elemento anche questo molto discusso in quanto non sempre, anzi quasi mai, vivificato prima di un Lavoro Rituale Collettivo – Loggia o Rito -.
Questo articolo spero possa servire a dare una visione un po’ più ampia dell’argomento, a dare qualche cenno e/o metodo operativo e perché no ad incuriosire i lettori ad Operare realmente o quanto meno ad approfondire nella sua Loggia, nel suo Rito, l’argomento.
Sembra ovvio, ma non lo è per tutti: quando parliamo di Operatività in Massoneria non vogliamo ricordare il tempo in cui si generò la Antica Maestranza dalle Corporazioni di Mestiere e Gilde di Costruttori Medievali che videro il loro apice nel periodo delle Costruzioni delle Cattedrali Gotiche.
Identifichiamo correttamente nell’Operatività in Massoneria quella ricerca e soprattutto quella pratica esoterica che, nelle Logge ed ancor più nei Riti di Perfezionamento, porta gli iniziati ad approfondire e mettere in pratica alcune metodologie di Reintegrazione proprie delle Vie Iniziatiche Tradizionali (almeno nella loro forma collettiva ed occidentale).
Certo, sono concetti difficili da considerare validi per coloro che considerano la Massoneria solo un “un peculiare sistema di morale, velato da allegorie e illustrato da simboli” (definizione delle Comunioni legate alla UGLE). Infatti, molti massoni, a torto o a ragione, non considerano per nulla gli aspetti operativi dei Rituali, non concentrano i propri sforzi in un’applicazione ed anche ad un’istruzione dei neofiti in tal senso.
Soprattutto nell’ultimo secolo e mezzo il Fondamento Iniziatico della Massoneria si è diviso in due tendenze che hanno dato vita a loro volta a tre vie distinte. Due tendenze primarie: la Massoneria riconosciuta dalla UGLE (United Grand Lodge of England), definita Formale* tesa ad un miglioramento etico-morale dell’individuo grazie all’AutoCoscienza con un processo deduttivo / induttivo e la Massoneria non riconosciuta dalla UGLE; quest’ultima ulteriormente frammentata in due sotto gruppi:
- la Massoneria definita Razionalista* tesa ad un miglioramento dell’individuo con metodo di AutoCoscienza con processo deduttivo / induttivo integrato con concetti e simboli culturali provenienti da organismi e leggende rituali diverse
- la Massoneria definita Iniziatica* tendente alla Reintegrazione spirituale nell’Uno e che è legata alle Tradizioni Iniziatiche Misteriosofiche Orientali e Mediterranee.
Ma quali sono gli elementi operativi? Quale la metodologia?
Ogni Via Iniziatica tendente all’operatività ha in se alcuni elementi tradizionalmente inseriti ed aventi il medesimo scopo: la Reintegrazione. Alcuni di questi elementi sono speculari tra loro e certamente presenti nel Rito Antico e Primitivo di Memphis-Misraïm. Per facilitare il lettore vengono qui prima raggruppati e poi elencati nella sequenza rituale.
- Apertura dei Lavori
- Fase Operativa
- Chiusura dei Lavori.
[Apertura dei Lavori]
1 – Sincronizzazione tra i partecipanti (respirazione ed un primo abbandono dei pensieri profani).
2 – Consacrazione dello Spazio Sacro.
3 – Preghiera di Invocazione / Evocazione.
4 – Apertura Rituale dei Lavori con le Formule di un dato Rito.
[Fase Operativa / Elementi Teurgici o Alchemico-Trasmutativi]
Meditazione (guidata) su segni, simbolo e/ o Pensiero Seme preceduta dalla fondamentale fase del rilassamento (calma mentale).
oppure
Pronuncia del Nome di Potere.
[Chiusura dei Lavori]
1 – Chiusura Rituale dei Lavori con le Formule di un dato Rito.
2 – Sconsacrazione dello Spazio Sacro.
3 – Preghiera di Ringraziamento (es. verso i Maestri Passati).
4 – Liberazione delle Energie con i saluti tra i partecipanti.
Tre sono quindi le fasi propriamente Operative che possiamo (dovremmo) trovare in Massoneria:
- Consacrazione dello Spazio Sacro
- Rilassamento
- Meditazione Guidata su segno, simbolo e/ o Pensiero Seme.
[Consacrazione dello Spazio Sacro]
Quando parliamo della NECESSARIA Consacrazione dello Spazio Sacro in ambienti massonici poco o nulla operativi si tende a ricevere queste risposte:
– A noi non serve, qui entriamo solo noi, i profani non entrano
– Sì, consacriamo ma solo quando abbiamo Iniziazioni
– Non consacriamo, non c’è nel Rituale quindi non dobbiamo farlo.
Ovviamente, la verità è un’altra. La Consacrazione dello Spazio Sacro non è solo un elemento “logistico” come molti tendono a pensare. In molte Comunioni spesso la Consacrazione è una fase veloce, banale, il MdC entra ed accende qualche luce elettrica sugli scranni; tutt’altra cosa rispetto alla antica, tradizionale e tuttora praticata usanza rituale dell’accensione delle Luci dove passi rituali sono scanditi con l’accensione di candele in un certo modo ed in una PRECISA sequenza. Consacrare lo Spazio Sacro significa invocare una Protezione e Sigillare in determinati punti il tempio per evitare l’accesso ad “influenze negative” (la relazione è stata raccontata a Napoli e Peppino De Filippo diceva il secolo scorso in una sua popolare Commedia “non è vero ma ci credo”).
Consacrare lo Spazio Sacro significa anche e soprattutto creare quella “bolla” all’interno della quale le Energie tra i partecipanti, creata con gesti, parole rituali, vibrazioni, possano circolare ed aumentare in possanza, affinché i Lavori portino davvero “beneficio e giubilo”. Non può esserci quindi vivificazione rituale e del Rituale senza una corretta e precisa Consacrazione dello Spazio Sacro.
[Rilassamento e Meditazione]
Non esiste Reintegrazione senza un percorso che porta il neofita e poi l’Iniziato dall’Immanenza alla Trascendenza, senza cioè avvicinarlo a ciò che è al di sopra dell’esperienza sensibile e della percezione fisica umana; pertanto non esiste un percorso verso la trascendenza se non c’è un iniziale abbandono dei sensi fisici… e non c’è abbandono dei sensi fisici se non preceduta da una fase di rilassamento.
Pertanto potremmo dire che Non esiste una Meditazione Operativa o un Rituale Operativo in Massoneria in generale senza una fase iniziale di rilassamento. In alcuni Riti Iniziatici in Oriente il rilassamento avviene mediante quella che viene chiamata “Shinè” tibetana, anche detta “Calma Mentale“. Purtroppo in ambito occidentale raggiungere livelli di calma mentale idonei ad un Rituale Operativo è molto difficile, soggetti come siamo ogni istante alle influenze materiali ed astrali. Ad aiutarci per la fase di rilassamento ci sono quelle che il grande esoterista Massimo Scaligero chiama “tecniche di concentrazione interiore” atte al “vuoto mentale”.
Lo stato di vuoto mentale in un rituale operativo in Massoneria si raggiunge concentrando i pensiero dell’adepto su un simbolo semplice, per esempio sulla fiamma di una candela nel Tempio; non a caso quando si praticano certe operatività lo si fa con il Tempio quasi al buio, al massimo illuminato dalla luce del Testimone. Solo con il vuoto mentale dei partecipanti l’Officiante del Rituale Operativo della meditazione potrà indirizzare il Lavoro su un Simbolo / Pensiero Seme specifico ed Operare su Altri Piani.
Questa fase di Meditazione su Simbolo / Pensiero Seme è comune anche ad alcuni Rituali di altre Tradizionali Vie Iniziatiche molto presenti in Occidente. Pensiamo ai viaggi nella Coscienza Cosmica settimanale nel Sanctum Celeste dei Rosacrociani contemporanei, oppure pensiamo alle meditazioni / operazioni giornaliere in ambito Martinista.
Al centro di tutta l’Operatività in Massoneria ecco quindi il punto focale, il simbolo.
Sul potere del Simbolo, si è scritto, raccontato, meditato tanto. Giambico, filosofo siriano vissuto in epoca romana diceva: “i simboli compiono da sé la loro opera”. I Simboli Esoterici parlano direttamente all’uomo, mostrandosi in modo immediato nella loro veste materiale, riportando alla luce il significato essenziale dell’Esistenza, altrimenti nascosto, con l’utilizzo delle semplici parole. Quindi…
I Simboli Esoterici proiettano l’Uomo nella dimensione del Sacro.
Friedrich Nietzsche in “Così parlò Zarathustra” ci indica una via… “Badate, fratelli, ve ne prego, a tutti quei momenti nei quali il vostro Spirito vuol parlare in simboli: lì è l’origine della vostra virtù.”.
I simboli… quei simboli di cui molti Rituali Massonici sono oramai orfani, nei decenni semplificati; Rituali originali di 40-50 pagine sono oramai ridotti tante volte all’osso, all’essenziale, semplificati e aggiornati per renderli comprensibili più alla massa di iscritti alla massoneria che ai pochi Iniziati alla Massoneria. Quei simboli su cui dovrebbero essere concentrati i Lavori di studio ed i Lavori Operativi di Loggia o di una Camera di Perfezionamento di un Rito.
Pensiamoci un attimo. La maggior parte degli incontri in un’Officina Massonica sono dedicati ad elementi economico-amministrativi o a letture di Tavole Scolpite di pagine e pagine stampate per lo più da Sorelle e/o Fratelli in odore di aumento di salario. Tavole scolpite? Forse solo nella creazione del file digitale, perché molte volte queste tavole scolpite altro non sono che una mera accozzaglia di copy&paste di lavori altrui ed oggi abbondantemente reperibili in Rete; la Sorella o il Fratello quando decide di impegnarsi un po’ di più, trova qualche lavoro già scritto in inglese e lo traduce, almeno citando le fonti. La lettura di queste Tavole dura qualche volta decine di minuti, ed è un fatto scientificamente provato che al massimo dura un minuto l’attenzione all’ascolto, oltre quella lettura comincia a calare come interesse al calare qualche volta anche delle palpebre di chi ascolta.
Già perché la lettura di un Lavoro preparato a casa al pc è una mera operazione di cui si valuterà poi per lo più l’aspetto quantitativo che qualitativo.
Il Fratello o la Sorella prende la Tavola Scolpita e prima che comincia a leggere chi lo guarda tende prima a guardare il numero di fogli che ha in mano e poi si passa all’ascolto. Ascolto che sarà una mera e propria operazione fine a se stessa, d’altronde una tornata di loggia dove si legge una tavola cosa altro rappresenta se non un lavoro di pensiero dialettico? Massimo Scaligero diceva in tal senso:
“Purtroppo il pensiero dialettico riduce tutto a rapporti quantitativi. Tutto è ridotto a calcolo, peso, misura. Benvenuti nel terribile regno della quantità senza volto”.
Sul simbolo, fin dall’Antico Egitto abbiamo avuto prove che la sua semplificazione ha prodotto un “distacco” dalla capacità comunicativa verso la spiritualità nel passaggio dalla scrittura Geroglifica alla scrittura Ieratica prima e Demotica poi.
Di ciò ne era convinto per esempio Giordano Bruno diceva:
“[Gli egizi] avevano a disposizione, per designare le singole cose, immagini determinate, desunte dalle cose della natura o da loro parti; tali scritture e tali voci adoperavano gli egizi per intrecciare colloqui con gli dei ad esecuzione di effetti mirabili. Ma quando Theut (Thot) o qualcun altro inventò le lettere del genere che ora utilizziamo in altro tipo di attività, si verificò una perdita gravissima sia per la memoria sia per la scienza divina e la magia.”
Un Gran Maestro di una delle principali Comunioni Massoniche Italiane già nel 2006 così scriveva in un intervento dal titolo “Le anime hanno perso le ali – L’abbandono dell’esoterismo e il “De Profundis” della Liberamuratoria” :
“…vorrei oggi sottolineare come sia assolutamente necessario ed imprescindibile, se vogliamo che la Liberamuratoria continui a vivere, un serio e consapevole, nonché rapido, ritorno all’esoterismo all’interno dei templi massonici.”.
Riunire ciò che è sparso.
Siamo tutti legati dai vincoli di Obbedienza e dai nostri Giuramenti verso l’Ordine o il Rito Massonico di cui ci onoriamo fare parte; questo per alcuni (per fortuna non per tutti) significa il limitare la propria ricerca spirituale sul solco di quella data Via Iniziatica e considerare valide e “dogmatiche” solo quel tipo di indicazioni di studio ed approfondimento. Facile scrivere su carta e web “Massoneria Universale”, difficile applicarlo realmente. Ecco, forse è nei Lavori Operativi, è nel recupero dell’Operatività MassonicA, nell’approfondimento e nella meditazione su un dato Simbolo da un punto di vista esoterico e non essoterico che potremmo “riunire ciò che è sparso“, e riunirci pertanto lì, grazie all’Operativià, al Centro.
*cit. da Principi e Metodi di Massoneria Operativa – Francesco Brunelli
Wusermatra
Buonasara,
sono un Maestro Massone in sonno, ex GOI, ex YORK, etc…Le domando dove si pratica?Esiste una loggi aed una obbedienza che pratica?Le sarei grato se potesse indirizzarmi.
Gentile Domenico, deve contattare il Santuario all’indirizzo > info@massoneriaegizia.it.
Fraternamente. La Redazione.