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Si può parlare di uno spirito della Massoneria? Ci sono così tanti riti cerimoniali e così tante differenze di concezione delle forme e anche della sostanza della Massoneria che questa domanda potrebbe sembrare oziosa e forse un po’ retorica. 

Inoltre, le strutture che ospitano le Logge, le Logge stesse sempre più indipendenti da qualsiasi struttura, le modalità di esecuzione dei rituali, i fondamenti esoterici dei Rituali, dell’atmosfera e della spiritualità, presentano un’abbondante varietà.

La solennità “inglese”, la convivialità “scozzese”, la teatralità “americana”, il gusto per la presentazione individuale “francese” del “lavoro” personale, la Verticalità “Egizia” – giusto per parlare dei Riti e quindi delle pratiche più importanti – suggeriscono che non c’è una Massoneria, ma Massonerie “diverse”, perché spesso nulla hanno in comune. Nessuno può negare questa evidenza, che, partendo semplicemente dalla disposizione della Loggia, si estende al significato stesso della ragion d’essere della Massoneria.

In questo breve articolo, l’autore vuole affontare alcuni aspetti della “Massoneria tradizionale” di Rito Egizio detta anche “Massoneria Egiziana” così come praticata dal Santuario Egizio d’Italia.

Emblema del Santuario Egizio d’Italia

Per identificare gli aspetti della “massoneria tradizionale” di questo Rito, l’autore prende a campione, il fulcro dell’essenza massonica in questo ambito è la “riunione rituale” nei primi tre gradi, cosiddetti “azzurri”; dalle Tornate Rituali dei primi tre gradi l’autore prende spunto per citare alcuni elementi.

Il Fondamento Esoterico

Non c’è Massoneria tradizionale senza esoterismo, e quindi non c’è Massoneria Egiziana Tradizionale senza l’impronta esoterica. L’obiettivo di qualsiasi Tornata massonica rituale di Rito Egizio è la cosiddetta Trasmissione del simbolismo esoterico e dell’influsso spirituale agli iniziati nella Loggia. La trasmissione avviene per mezzo di una forma cerimoniale, che nella Massoneria Egiziana Tradizionale ha le sue specificità. La funzione della cerimonia, in tutti i riti, è quella di creare spazio e templi sacri. Cosa significa quest’ultima parola? Che l’assemblea di Loggia, alla maniera delle antiche società misteriche, crea, attraverso l’invocazione della Divinità, una sorta di “bolla” protettiva contro le influenze dall’esterno (“dal mondo profano”). Con specifichi aspetti rituali, che per ovvie ragioni l’autore non scrive qui, si conferisce agli Iniziati presenti alla Tornata Massonica la possibilità di un distacco, di un “lasciar andare”, senza il quale nessun messaggio di elevazione dello spirito può diffondersi tra le Sorelle ed i Fratelli e quindi produrre in essi i benefici dell’Iniziazione e della Tornata Massonica: quella che in tutti i rituali viene citata con la frase “beneficio e giubilo”.

 L’atmosfera e l’emozione della Spiritualità

Il Fondamento delle Tornate di Loggia di Rito Egizio è, in un certo senso, l’incontro tra il Grande Architetto dell’Universo e gli esseri “in cerca” che si incontrano alla Sua presenza. Viene invocato dal Maestro Venerabile, all’inizio dei Lavori, come anticamente era invocato dal capomastro per iniziare i lavori della giornata. L’assemblea massonica riunita, sempre attraverso la voce del suo Officiante principale, gli esprime la sua solenne gratitudine al termine della Tornata. Senza l’impianto di questo “tessuto spirituale”, nessuna assemblea massonica di rito egizio può essere messa a beneficio dell’influenza iniziatica; diventa un semplice incontro tra amici, preambolo di una pizzata in compagnia.

Ecco perché non è consigliabile invocare sistematicamente il rituale “cerimoniale” quando non c’è… cerimonia.
Per una riunione di istruzione, comitato, deliberazione o conferenza, sarebbe alquanto blasfemo il Nome del Grande Architetto dell’Universo invitarlo ad ascoltarci discutere gli affari della Loggia o ad apprezzare la qualità letteraria, le presentazioni accademiche o intellettuali preparato dalle Sorelle e dai Fratelli. Il tessuto spirituale è per natura molto fragile. Questo è il motivo per cui non dovrebbe essere abusato; i rituali cerimoniali nella massoneria egiziana tradizionale non dovrebbero essere usati per nessun incontro al di fuori dei ricevimenti. Una breve invocazione sulla Bibbia chiusa può bastare in questi casi a creare l’atmosfera spirituale protettiva contro ogni deriva del “dibattito” a cui siamo tanto affezionati alle nostre latitudini. Inoltre, gli affari amministrativi o “vari affari” devono essere trattati prima dell’apertura rituale della Loggia.

Il carattere comunitario

Non può esserci spirito della Massoneria Egizia Tradizionale senza uno spirito di fratellanza. È una sensazione profonda, solida, duratura. Perché le Sorelle ed i Fratelli non sono tra loro “buoni grandi amici” o “semplici conoscenti della Loggia”.

La Massoneria, fin dal suo inizio, si è data uno scopo sociale. Ha lo scopo di riunire le persone, purché siano di onore e probità, lasciando a ciascuno le proprie opinioni particolari, qualunque siano le confessioni o le credenze che possono distinguerle (Costituzioni di Anderson del 1723, articolo 1). La Loggia è quindi, per definizione, una società eterogenea. La difficoltà nel “fare una Loggia” è dunque duplice:

  1. riunire individui diversi, chiamati a rispettarsi (principio di uguaglianza in Loggia), ad ascoltarsi (le istruzioni, i discorsi di iniziazione) e a fare il lavoro comune (la cerimonia). è un “prodotto”, una conquista collettiva)
  2. permettere a tutti di sperimentare, in piena libertà, le luci spirituali portate dal rito, individualmente ma in comune (fusione senza confusione).

È per un’esperienza comune, certamente soggettiva, che la Massoneria ha fissato i suoi simboli materiali o immateriali, dotati di un linguaggio comune e di valori spirituali da decodificare da parte di tutti. E perché lo spirito iniziatico della Massoneria Egizia Tradizionale si diffonda, è necessario che durante la Cerimonia, il partner del Grande Architetto dell’Universo non sia il singolo Massone, né i Massoni indipendenti l’uno dall’altro, ma che sia la comunità massonica del Loggia nel suo insieme. Solo a questa condizione la Loggia passa dalla comunità conviviale alla Comunione Spirituale. Tutte le Sorelle ed i Fratelli si sentono allora illuminati dal beneficio dell’iniziazione e attirati verso l’elevazione del loro Essere.

Per passare da comunità a comunitaria è imperativo ammettere “queste differenze di opinione, confessione religiosa e credenze diverse tra persone che, senza il loro incontro in Loggia, sarebbero rimaste a distanza perenne l’una dall’altra. (cit. articolo 1 delle Costituzioni di Anderson del 1723). Senza lo spirito comune che la spiritualità della Massoneria Egizia Tradizionale diffonde tra Massoni con differenze sociali, intellettuali e culturali talvolta importanti, la Massoneria non potrebbe “diventare il centro dell’Unione né assicurare una fedele amicizia tra loro. “Le devastazioni dell’ego, la corsa ai posti nella loggia e nell’organizzazione ombrello, i litigi, spesso per soggetti molto futili, devieranno la ragion d’essere della Massoneria tradizionale in genere, di quella Egiziana in particolare.

Questo spirito comunitario si stabilisce secondo un triplice processo: prima rinunciando all’ingresso della Loggia alle sue preoccupazioni quotidiane, poi concentrandosi sull’operatività propria della Consacrazione dello Spazio Sacro, poi sul rituale di apertura che prepara anime e corpi alla ricezione dello spirito portatore del potere iniziatico, infine dall’efficacia del Rito della cerimonia del grado, che fa passare lo spirito di iniziazione del potere all’atto, e permette il passaggio della società comunitaria alla spiritualità comunitaria.

Nella Massoneria Egiziana, qui definita come Massoneria tradizionale, qualunque sia la struttura e la distribuzione del “materiale” esoterico, fin dal grado di apprendista in un Rito, lo spirito è e deve restare comune. Ed anche il loro obiettivo iniziatico; è spesso l’ignoranza di questa meta che porta talvolta le Sorelle ed i Fratelli ad entrare nella Massoneria senza riflettere e ad uscirne in fretta, in particolare appena ricevuti al grado di Maestro. Ci sono due possibili ragioni per questo:

  • La prima è che la progressione si presenta, in mancanza di spiegazioni sufficienti, come una sorta di scala amministrativa, fine a se stessa, che ognuno avrebbe diritto di salire “all’anzianità”, senza un vero lavoro o una valida preparazione negli uffici
  • La seconda è che, sotto l’incomprensibile usanza britannica di nascondere l’esistenza di alti ranghi ai Fratelli delle Logge simboliche, la prospettiva spirituale globale di ciascun Rito, che lo completa e lo completa in questi alti ranghi, non è data a sapere. Spesso, in taluni piccoli gruppi, l’accesso alle alte camere rituali è riservato solo ad un piccolo numero di Sorelle e Fratelli per ragioni a volte discutibili. Tuttavia, tutti i riti della Massoneria tradizionale, come il Rito proprio della Massoneria Egiziama, sono stati costituiti, fin dall’inizio, in sistemi, i cui gradi simbolici (i tre gradi della Massoneria Azzurra) sono solo un inizio e non una fine.

Concludendo. Tutti i riti hanno, ciascuno nelle forme specifiche che lo caratterizzano, la vocazione di proporre una triplice iniziazione: un’iniziazione professionale, profetica (la costruzione del Tempio Interiore sul modello della profezia della ricostruzione del Tempio di Gerusalemme), un’iniziazione regale o cavalleresca, secondo i nomi dei riti, e un’iniziazione sacerdotale, che non è un’ordinazione sacerdotale; queste tre iniziazioni essendo naturalmente puramente simboliche e legate a fonti spirituali e storiche permettono a coloro che li ricevono di trovare, ovviamente virtualmente, i tre poteri spirituali, l’Essere originale.

Così il paragone tra i riti, mania così diffusa tra le Sorelle ed i Fratelli che spesso vogliono esaltare il valore del proprio rito, non è in alcun modo giustificato nel merito. Ciò che invece è necessario per rimanere nello spirito della Massoneria Tradizionale è dare legittimamente alle Sorelle ed ai Fratelli il desiderio e la capacità di avanzare sino in fondo nel cammino spirituale (perché esiste in ogni rito!), ed erudirli dello scopo globale, completo, progressivo della Luce iniziatica animata dallo spirito della Massoneria Egiziana Tradizionale così come praticata dal Santuario Egizio d’Italia. Parafrasando Mahler, non è adorando le ceneri che si fa Massoneria Tradizionale, ma custodendone e vivificandone il Fuoco raggiungendo il Centro Esoterico, l’Essenza stessa della Massoneria.

Wusermatra

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