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Cappella Sansevero. Il labirinto, le virtù e il Tempio negato: Favorire il ripristino del Tempio della Rosa d’Ordine Magno secondo il Disegno Originario di Raimondo de’ Sangro. Articolo di Antony Parker, precedentemente pubblicato su CantoLibre.

Non so come siate venuti in possesso di questo scritto e perché abbiate deciso di intraprenderne la lettura, ma ne sono ben contento. Sono certo che alle fine del viaggio, che mi auguro per voi avvincente ed istruttivo, la giusta causa per cui questo libello fu scritto avrà trovato nuova forza.
Erano anni in chiaroscuro. Anni in cui, con raffinata spregiudicatezza, coperti dal silenzio dei sapienti, presunti eredi gestivano il Tempio come semplice fonte di reddito alimentando ignoranza e superstizioni intorno all’opera e al suo ideatore.

In questo scritto vi parlerò di virtù e misfatti, dell’eterna lotta dei lumi dell’intelletto e della conoscenza contro l’oscuro potere dell’ignoranza e dell’ignavia. Vi svelerò come e perché, nel nome di neglette virtù, fu necessario intraprendere una improba battaglia per la restaurazione del Disegno Originario.
Siete pronti ad entrare nella Cappella Sansevero, nel Sancta Sanctorum dei segreti di Napoli?
Non temete, in fondo si tratta solo di una visita guidata ad uno dei luoghi più esoterici e al tempo stesso più visitati del pianeta.
Nel prosieguo vi rivelerò innanzitutto le virtù che ispirarono la progettazione del Tempio e che furono a lungo perfidamente celate ai più.
Vi svelerò come sia possibile occultare qualcosa senza nulla celare.
Vi rivelerò come ciò avvenne nel nostro Tempio e come furono a tale scopo usati i mirabili drappeggi marmorei che velano la statua del Cristo.

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Ma il vero fine di questo libello non è solo la divulgazione di cose poco note anche a studiosi e appassionati.
Riuscite a immaginarvi come pellegrini della conoscenza ondeggianti su un tappeto psichedelico che dai lumi del settecento è giunto fino a noi? No? Benissimo. Siete pronti. Slacciate le cinture. Se volete potete continuare.
Veli. Veli su veli. Veli intrecciati. Reti e inganni. Misteri veri e Misteri falsi.
Misteri falsi che nascondono misteri veri, è questa la storia di una piccola cappella nel cuore di Napoli grecoromana, la pietatella, che si trasformò nel Tempio della Pietà, cappella gentilizia de’ Sangro e che un giorno del ‘700 un visionario esponente della stessa nobile famiglia decise di trasformare nel suo

L'amore Divino

Testamento di Pietra.
La storia di come le forze delle tenebre si impadronirono del Tempio per impedire che tale monumento potesse mai vedere la luce nella sua unitaria completezza ed integrità non verrà compiutamente narrata in questo scritto. Questo libello vi permetterà solo di gustare, si fa per dire, la differenza fra quello che avrebbe dovuto essere e quello che è. Le forze delle tenebre seppellite nella storia e dalla storia riescono a conservare la fallace e deturpata configurazione del Tempio solo per l’inerzia della pietra e l’ignavia di chi non sa o peggio sa, potrebbe fare e non fa ciò che è giusto.
Come promesso parliamo di virtù. Voi conoscete e ricordate fede, speranza, carità, forza, temperanza, timor di Dio. Siete sulla cattiva strada o meglio avete dimenticato di essere nella cappella de’ Sangro, nel cuore di Napoli alla ricerca delle dieci virtù che Raimondo volle donare al mondo e ai posteri. Iniziamo la nostra visita guidata
Primo Cammino.
Entrate da destra e alla vostra destra un giovinetto vi accoglie offrendovi il cuore eludendo lo sguardo di un angelo malinconico, è l‘Amor divino, la prima virtù. Alle vostre spalle, in alto, Cecco di Sangro, nonno di Raimondo, esce beffardo dalla tomba con tanto di armatura. Conquistate il centro della navata. Godetevi in estasi la visione completa della Cappella.

Pavimento

In basso davanti a voi pronto ad accogliere i vostri passi dovrebbe esserci un meraviglioso pavimento ad intarsi di marmi chiari e scuri, una sorta di labirinto che alterna croci gemmate e quadrati concentrici in una reiterazione ipnotica accentuata dall’effetto trompe l’oeil che fornisce al pavimento una fittizia profondità.
Non c’è nulla di tutto ciò? riuscite a vedere solo un pavimento in cotto con uno stemma gentilizio in smalti colorati? Siete arrivati troppo presto. Gli effetti di questo libello sulla storia e sulla materia non si sono ancora manifestati.

La navata sgombra dovrebbe permettervi di giungere con lo sguardo alla Pietà che adorna l’abside opposto, se invece siete arrivati davvero troppo presto e lì al centro c’è ancora la statua del Cristo velato col girotondo di turisti ignari che guardano e stupiscono, disinteressatevene, non dovrebbe essere lì ed in realtà è lì proprio per ridurre il rischio che qualcuno possa interessarsi alle virtù per cui il tempio fu concepito.Girate invece lo sguardo a destra e poi a sinistra.

Educazione
Liberalità
Lo zelo negli studi
Il dominio di sè

Educazione e Liberalità sono pronte a trasportarvi in un luogo piacevole, lontano dai soprusi, dagli abusi e dalle paure. Se prima di iniziare questa visita avete assunto qualche sostanza leggermente psicotropa, o la vostra mente è allenata all’immaginazione, non dovrebbe essere difficile immaginarvi in un salotto liberale, rifugio sicuro per eretici e liberi pensatori. Benvenuti nella prima stanza della Loggia.
Secondo Cammino
Per continuare la visita è necessario abbandonare il salotto ed affrontare un percorso di crescita individuale. Per tale ragione da ora mi rivolgerò personalmente a Te, come se fossi il mio unico lettore. Volgi lo sguardo a destra, più avanti, al centro della cappella puoi vedere un leone alla catena. Di fronte, alla tua sinistra, c’è un uomo misterioso intento a districarsi, con l’aiuto di una lanterna e di un cupido, tra libri e i serpenti che ne escono dalle pagine.
Il Dominio di sé e lo Zelo negli studi ti aspettano con le loro prove. Respira profondo e medita qualche minuto. Lo zelo negli studi e il dominio di sé. Quanta severità. Due passi in avanti nel labirinto della conoscenza e, abbandonato il piacevole salotto liberale, sei al centro di tutto. Forse ti chiederai perché sia così necessario dominare la fiera affamata che è in te? Perché non lasciarla libera di nutrirsi e sbranare i tuoi nemici?
Io me lo chiesi. La risposta è alle tue spalle, volgiti verso l’uscita, a destra il Decoro, l’ultima virtù, ti aspetta al termine della prima parte della visita. La pelle di leone sui fianchi che ne protegge le nudità suggerisce una risposta.
Restano ancora sei virtù da conoscere ma prima di procedere nella visita, se sei arrivato troppo presto e l’ultimo restauro non è stato ancora portato a termine, devi pagare un piccolo prezzo. La ragion d’essere di questo libello.
Lo zelo negli studi esige ora che Tu approfondisca alcune questioni ancora irrisolte. Dove è finito il pavimento originario della Cappella? Che fine ha fatto quest’opera mirabile con cui Raimondo de’ Sangro sfidò simbolicamente la banale ortodossia del pavimento a scacchi? La storia andò per il suo corso, Carlo III e Benedetto XIV si sfilarono, e il grande progetto di Raimondo di fare di Napoli il centro della massoneria internazionale fallì, ma a Napoli si poteva continuare a danzare e deambulare su quel tappeto psichedelico che Raimondo de’ Sangro aveva voluto come pavimento del Tempio.

La sfida simbolica con l’ortodossia restava aperta. Fino al 1889 quando a seguito di un misterioso crollo il labirinto sparì sostituito da un cotto con stemma gentilizio che per pudicizia non commento. I documenti storici e i frammenti miracolosamente conservati permetterebbero di ricostruire perfettamente la geometria del pavimento originario.
Per questa ragione, oggi, anno di grazia duemilasedici, esiste ed agisce la ricostituita “Rosa d’Ordine Magno”.
Se dopo aver letto questo libello volessi unirti all’impresa ed entrare in contatto con la Loggia, l’unico modo che hai è prepararti con zelo su alcuni temi sensibili.

Ti consiglio innanzitutto un approfondimento storico sul ruolo di Carlo III e Benedetto XIV nei destini della originaria Rosa d’Ordine Magno e del Regno di Napoli più in generale.
Se hai sufficiente formazione in chimica e passione per i minerali molte porte ti si potrebbero aprire se fossi in grado di produrre una dissertazione ben referenziata su un tema centrale nella storia della Loggia, ovvero “come le proprietà tissotropiche della molisite e la sua eccentrica distribuzione e reperibilità sul pianeta fecero di Napoli il principale centro di produzione di reliquie e di ricerche alchemiche e mineralogiche nel tardo medioevo”.
Ma soprattutto, ricorda, per essere contattato devi essere in grado di dare un contributo originale all’obiettivo per cui la Rosa d’Ordine Magno è stata ricostituita: Il Restauro del Disegno Originario del Tempio così come concepito e meticolosamente descritto da Raimondo de’ Sangro.

Continua la visita guidata nel Sancta Santorum dei segreti di Napoli…

Il giogo coniugale

Riprendiamo la visita guidata.  Alla tua sinistra, se sei rivolto con lo sguardo verso la Pietà, ecco la più sorprendente delle virtù della cappella,quella che quando la sentii nominare la prima volta non volevo crederci,  la  Soavità del giogo coniugale.

Sincerità2

Di fronte, a complemento, quasi a  spiegazione, la Sincerità , la più attesa delle virtù.  Sì hai capito bene.
Il percorso consiste nel lasciarsi alle spalle i cimenti appena affrontati e aprire il cuore, lo spirito e la mente alla rivelazione dei segreti della stanza delle nozze.
Questa esperienza, se sei arrivato troppo presto, e gli effetti di questo libello sono ancora nulli,  ti è in parte negata  perché il Cristo nella impropria posizione impedisce qualunque rito.
Oscillai tra le due colonne: giogo… soave…sincerità…giogo…sincerità… soave… leggero…sincero e così, senza aver concluso il percorso, ebbi la certezza che sarei convolato a nozze, capii che avrei trovato la persona con cui costruire la mia casa, il nostro tempio sorretto dalle quattro colonne.

macchine orrore

Quando questo libello fu scritto imperversava nel mondo secolare la crisi dei rapporti coniugali, i divorzi prevalevano sui matrimoni che spesso duravano poco più di un nulla o continuavano fino alla fine come vuoti simulacri di solitudini irriducibili. Spostare quel Cristo da lì, permetterebbe di officiare riti e promesse matrimoniali. I convenuti avrebbero consapevolezza che coniugarsi implica sì accettare un giogo ma che tale limitazione alla propria libertà può e deve essere resa soave, leggera, continuamente ispirata dalla difficile sfida della reciproca sincerità. So bene che stai giudicando questo come una favola per bambini dove alla fine tutti vivono felici e contenti mentre la realtà coniugale è da sempre, di regola, tutt’altro. La realtà è che quasi sempre, terminata la fase della conoscenza, la vita coniugale si trasforma in un coacervo di frustrazioni, reciproche ipocrisie, sofferenze e fughe, sordi rancori e gratuita violenza,  insomma quanto di più lontano da quel cuore uno e duplice che sembra pulsare nella mano della più sorprendente delle virtù del Tempio.
Tutti sanno che Raimondo aveva prescritto che il Cristo fosse esposto  nella cripta  appositamente ricavata nella cavea, anche in osservanza di una familiare tradizione templare.
Se sei arrivato prestissimo il luogo dove dovrebbe giacere la statua  è ancora oltraggiato da quelle mostruose  macchine anatomiche. Questa è forse la più infame delle falsificazioni e mi chiedo  come si possa  permettere  tale sacrilega profanazione continuata  della cripta destinata ad accogliere e preservare nella luce della lampada perpetua la statua del Cristo.

Pudicizia

Ma torniamo alla nostra visita guidata. Completiamo la ricerca delle dieci virtù facendo conoscenza con le ultime due, certamente le più misteriose: Lei, la velata Pudicizia e Lui, l’intricato Disinganno.  Sei arrivato al cuore del mistero, all’inizio di tutto. Qui il mio aiuto termina. Sei da solo, di fronte al motore erotico del Tempio.  Sei da solo, a cercare di svelare i segreti tesori della pudìca madre. Sei da solo, a cercare di  comprendere la  pervicace ricerca della luce e della verità che tra le maglie di una ingannevole rete l’opera suggerisce. Ma la rete degli inganni ti avviluppa ancora e, nella solitudine, le ragioni avverse ti vengono rivelate.

disinganno

“Fu deciso di esporre  il Cristo proprio lì, non solo perché  potesse  velare con la propria ombra di splendore le libertine e blasfeme virtù illuministe,  non solo per affermare l’obbligo della centralità del Cristo in ogni luogo di culto.  Sulla decisione pesò di più il dubbio che il progetto del Massone d’Alto Grado Raimondo de’ Sangro, se realizzato nell’esatta  volontà sua, avrebbe rivelato a chi avesse saputo comprendere il dono dell’immortalità del corpo. In cambio della dannazione dell’anima e di chissà quali altri servigi aggiungiamo noi”.  Quello che gli alchimisti chiamano eufemisticamente Pietra Filosofale, elisir di lunga vita o Grande Opera e noi chiamiamo dono di Satana.   Ma a rendere la scelta obbligata fu la certezza che dietro l’apparenza di una  cappella cristiana si  celasse un autentico Tempio Pagano dedicato ad un antichissimo rito egizio, ovviamente occultato e negato da veli e artifizi.  Nella cappella, o sarebbe meglio dire nell’empio  Tempio, tutte le virtù sono accoppiate per sesso omologo, il decoro e l’amor divino, la liberalità e l’educazione, lo zelo e il dominio di sé, la sincerità e la soavità. Tutte tranne le ultime due, il disinganno e la pudicizia, i monumenti funebri dedicati da Raimondo ai genitori.  La rete degli inganni tessuta dall’astuto e prudentissimo Raimondo vela con i riferimenti biografici di un monumento funebre le divinità principali del culto, il mitico Osiride smembrato dal fratello  e la velata Iside, la sorella e amante, che lo ricompose e lo resuscitò.  Pudìca madre,  la chiamano gli adepti”
Questo raccontava a chi le prestava orecchio un ombra fugace alla porta del Tempio e questo si riporta nel presente libello senza commento alcuno.

Sei arrivato a leggere fin qui e sono certo che, come minimo, hai cercato informazioni in rete o in una biblioteca o in una libreria o addirittura sei già andato in cappella, e se ciò non è ancora avvenuto perché hai letto queste righe tutte d’un fiato, meglio. Sono certo che raccoglierai tutte le informazioni necessarie a comprendere il senso di quanto è scritto in questo libello e lo leggerai ancora, e studierai  ancora e lo leggerai di nuovo. Riprendo il racconto. La massoneria non è sempre stata quello che è adesso e non è detto che tutta la massoneria sia tutto e solo  quello che si dice.

La mitologia per ora non ci interessa. Ipotizziamo che tutto abbia inizio il 17 febbraio del 1600 col rogo di Bruno.
Galileo abiura nel 1633 ma la terra continuerà per sempre a girare intorno al sole. Con lo scandalo del rogo del filosofo nolano, del grande maestro visionario e radicale, stimatissimo in tutte le università e in molte corti europee, protetto della corona d’Inghilterra, la scelta dell’occultismo e del rigido esoterismo, oggi si direbbe della clandestinità, per filosofi eretici, alchimisti,  astrologi ed eruditi vari divenne ancora di più una scelta obbligata.

Giordano Bruno

Mentre nell’Europa riformata  libertini ed entusiasti testimoniavano il loro diritto all’esistenza, a Tubinga , nel 1614,  un circolo di giovani teologi ed eruditi per gioco e finzione (ludibrium et fictionae) diede il via alla più incredibile leggenda dell’epoca moderna,  destinata a generare adepti fino ai nostri giorni. La leggenda di un cavaliere errante, nato nel 1378 e morto nel 1484, che non giunse mai a Gerusalemme, o forse sì,  ma girò tutto il mondo conosciuto acquisendo tutti i saperi taumaturgici, filosofici, astrologici e alchemici e tornò in Europa dove insieme a sette compagni fondò la Confraternita dei Rosacroce concependo un’organizzazione destinata a perpetuarsi per l’eternità, sempre nel numero di otto attraverso la trasmissione dei libri e della conoscenza segreta da bocca ad orecchio dal Maestro all’allievo prescelto ed iniziato alla sostituzione. Non è  dato sapere con certezza se Raimondo si rifacesse direttamente alla fraternità della Rosacroce comunque va considerato che erano passati centocinquanta anni.  Nel terrore secolare dell’inquisizione, dall’occulto, la luce aveva illuminato, se non il mondo intero, almeno le corti e perfino sfiorato il seggio di Pietro. Non che fosse terminato il terrore dell’inquisizione che dal 1184 aveva governato l’Europa cristiana ma il suo potere era agli sgoccioli e  la fede nell’affermazione prossima, definitiva  dell’era dei lumi si era diffusa. Era iniziata la lotta senza quartiere al potere temporale del papato.  La nascita ufficiale  della Massoneria  rappresentava la punta più avanzata, articolata e sicura di questa impresa. La fede nell’affermazione prossima, definitiva  dell’era dei lumi e l’operoso agire affinché questa affrettasse il suo completo manifestarsi  vide Raimondo  costituire e poi ufficialmente sciogliere, la Rosa d’Ordine MagnoGran Loggia di Napoli. La Cappella nella Sua originale progettazione, mai interamente completata e successivamente deturpata, era destinata ad essere, per sempre,  il tempio della Rosa d’Ordine Magno, Gran Loggia di Napoli, selettiva, aristocratica ma liberale, ospitale, europea, cosmopolita ed erudita.

L’architettura del tempio era chiara. La Cripta ricavata nella cavea, invisibile dalla cappella,  era  destinata ad ospitare il culto cristico esoterico della resurrezione, mentre la sala superiore era dedicata al culto laico e massonico delle virtù. In un discorso tenuto in loggia nel 1745 in occasione di una cerimonia di iniziazione, Raimondo de Sangro dice ai nuovi fratelli: “tutto ciò che facciamo è relativo alla virtù, e il  suo tempio che noi costruiamo, e i semplici e grossolani strumenti di cui facciamo uso non sono che i simboli dell’architettura spirituale di cui noi ci occupiamo.”.

Articolo ricevuto dall’Autore Antony Parker, precedentemente pubblicato su Cantolibre.

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